Quaderni
di Collalbo (nr.5 - 2001) solo in Internet
3. Settimana Freudiana di Collalbo
"Adolescenza che emozioni!",
Sivia Vegetti Finzi
"Zur Psychoanalyse der Traumatisierung",Wolfgang
Schmidbauer
"Adolescenza che emozioni !"
Silvia Vegetti Finzi
A quindici anni i ragazzi non hanno terminato di crescere ma, per certi
aspetti, sono adulti a tutti gli effetti, potenzialmente capaci di sopravvivere
da soli, di procreare, di allevare e proteggere figli.
Tuttavia, la società ha previsto che passino ancora molti anni prima
che possano veramente esercitare tali funzioni, lasciandoli così sospesi
in un limbo intermedio tra la famiglia e il mondo esterno.
Manca nella nostra cultura ogni rito di passaggio all'età adulta.
L'adolescente alterna atteggiamenti aggressivi con improvvise richieste
di affetto; si comporta così come il bambino ai primi passi, quando
va e viene dalla mano dell'adulto, incerto tra l'audacia e la paura.
Talora i suoi comportamenti esprimono in forma inversa i suoi bisogni.
Certe volte la scorza esterna dura e minacciosa funziona come il guscio
protettivo di una interiorità fragile e vulnerabile.
La tranquilla certezza della latenza viene messa in crisi dalle metamorfosi
della pubertà, ma è nell'adolescenza che si confronta con la reciprocità
degli scambi amorosi, delle emozioni doppiamente influenti ed estremamente
intense.
Questioni:
L'età dell'adolescenza: quando inizia e quando finisce
Famiglia e gruppo di amici
Processo di maturazione e identità personale
Contraddizioni e crisi
Corpo: trasformazioni ed emozioni
Ansia, depressione, anoressia, tossicomania, schizofrenia
Coscienza immaginaria e coscienza reale
Distruttività suicidale
Spontaneità e modelli sociali di comportamento
Amicizia, forse amore
Bibliografia
VEGETTI FINZI S., Il romanzo della famiglia, Mondadori 1992
ID., Il bambino della notte, Mondadori 1990
ID. (a cura di), Storia delle passioni, Laterza 1995
VEGETTI FINZI S. e CATENAZZI M., Psicoanalisi dell'educazione sessuale,
Laterza 1994
VEGETTI FINZI S. e BATTISTIN A.M., A piccoli passi, Mondadori
1994
ID., I bambini sono cambiati, Mondadori 1996
FREUD, S. (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale, in Opere
IV, Boringhieri, Torino 1970
Chiediamo a Silvia Vegetti Finzi di delinearci la figura dell'adolescente:
<<A quindici anni i ragazzi non hanno terminato di crescere
ma, per certi aspetti, sono adulti a tutti gli effetti, potenzialmente
capaci di sopravvivere da soli, di procreare, di allevare e proteggere
figli. Tuttavia, la società ha previsto che passino ancora molti anni
prima che possano veramente esercitare tali funzioni, lasciandoli così
sospesi in un limbo intermedio tra la famiglia e il mondo esterno.>>
Sembra di capire che nella nostra cultura siano venuti meno quei riti
di passaggio che rendevano più accessibile, meno anonimo e rivestivano
di significato simbolico il transito all'età adulta. Così, il giovane
si sente più esposto, meno difeso, molto insicuro.
Silvia Vegetti Finzi: <<L'adolescente alterna atteggiamenti aggressivi
con improvvise richieste di affetto; si comporta così come il bambino
ai primi passi, quando va e viene dalla mano dell'adulto, incerto tra
l'audacia e la paura. Talora i suoi comportamenti esprimono in forma
inversa i suoi bisogni. Certe volte la scorza esterna dura e minacciosa
funziona come il guscio protettivo di una interiorità fragile e vulnerabile.>>
Spesso sono chiamate in causa le famiglia, a giustificazione degli errori
dei figli.
Silvia Vegetti Finzi: <<E' semplicistico buttare la croce addosso
ai genitori quando i figli entrano in crisi e si comportano in modo
inadeguato o asociale. Le cause del disagio giovanile sono molteplici.
E la dose con cui influisce la società, piuttosto che l'indole, la famiglia
o gli amici , la scuola o il quartiere, varia di caso in caso. Occorre
piuttosto aiutare le famiglie con una rete di relazioni che le sostenga
anche emotivamente; creare spazi per i giovani e le ragazze nelle scuole
e nelle città; sostenere le aggregazioni giovanili dando loro luoghi
idonei per incontrasi, strumenti di socializzazione ed educatori attenti,
preparati e competenti. Dobbiamo smetterla di lamentarci del fatto che
i figli tardano a lasciare le famiglie, ma non facciamo niente per renderli
autonomi e indipendenti. Un tempo il figlio rappresentava soprattutto
nuove braccia per lavorare. Ora invece è un forte investimento affettivo
ed economico che impegna tutte le risorse familiari.>>
In che cosa consiste la rivoluzione dell'adolescenza, rispetto
alla pubertà e al futuro uomo?
<<Il passaggio dalla pubertà alla prima adolescenza (13-15 anni)
è segnalato dal corpo: il primo flusso sessuale per la ragazzina e la
prima eiaculazione di liquido seminale nel maschio. Un corpo nuovo si
annuncia, diverso, imprevedibile nelle sue mutazioni, che a volte provoca
un senso di estraniamento, dal momento che c'è una connessione profonda
ma contraddittoria tra un corpo ormai in grado di generare e una mente
ancora in formazione. E' nella piena adolescenza (15-18 anni) che avviene
l'inizio della sessualità adulta con tutti i suoi riflessi sull'idea
di femminilità e di virilità già sedimentata nel corso dell'infanzia.
E se era difficile per un figlio immaginare la sessualità dei genitori,
altrettanto lo è ora per un padre e una madre nei suoi confronti. La
conquista della maturità risulta più accidentata per chi non ha come
punto di partenza un'infanzia dalle "basi sicure", una sicurezza
interiore.>>
I sentimenti in fiore sono oggi appassiti dall'Aids e la passione
amorosa si arresta di fronte alla minaccia di violenze e stupri. Come
rassicurare una sessualità giovanile tempestosa e nello stesso tempo
paurosa?
<<Se l'amore non ha età, l'adolescenza è certamente l'età dell'amore.
Come testimoniano Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta,
Rose e Jack del Titanic, l'amore è un'esperienza centrale dell'adolescenza
che nasce sull'onda tumultuosa e magnetica dell'innamoramento e dei
grandi sentimenti. Al tempo dell'Aids, l'amore richiede un maggior senso
di responsabilità reciproca e non un minor slancio di passione amorosa.
E, benché ancora adolescenti, è arrivato per loro il momento di rinunciare
per sempre al pensiero magico infantile "può capitare agli altri,
ma nona me". Questa consapevolezza libererà la fiducia dal sospetto,
l'amore dalla morte, aprendo il presente al futuro.>>
Un tempo il libro era uno strumento fondamentale di formazione,
mentre ora subentra la televisione, il computer, la musica, il branco.
Tutto questo è sufficiente per offrire una educazione alla vita e intravedere
nuovi valori?
<<Il nuovo linguaggio visivo (televisione, cinema, videogiochi,
videoclip, internet) ha modificato la vecchia, solida cultura di un
tempo che attraverso la parola scritta ha segnato la storia dell'uomo.
Siamo alle prime generazioni informatiche e, nonostante gli esperti,
ci si trova alla fine a risolvere i problemi da soli; ma anche l'apprendimento
strumentale costituisce una importante prova di intelligenza e di capacità
di tollerare le frustrazioni. Con i nuovi mezzi di comunicazione, tempo
e spazio si svincolano dai loro presupposti materiali, vicinanza e lontananza
diventano prossimità e distanza comunicative; mentre lo spazio si dilata,
il tempo si comprime fino ad annullarsi. Inoltre la Rete permette di
creare gruppi, comunità che si incontrano su vari argomenti, discutono
nello spazio della comunicazione globale, aperta. In fondo, la civiltà
dell'immagine utilizza i suoi fascinosi mezzi non per distruggere la
cultura del passato ma per riproporla in una chiave meno libresca, più
attraente. Per evitare di ridurre la complessità del soggetto e della
società ad una sola dimensione, quella telematica, occorre che i giovani
abbiano, insieme alla Rete, una molteplicità di esperienze, di frequentazioni,
di occasioni di vita. E soprattutto che procedano insieme, con gli adulti
e tra di loro.>>
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